No, il deserto non è deserto…non è il nulla, il vuoto… non è la morte. Il deserto è un musicista che consegna al minimo tormento dell’esistenza un ordine armonioso…lontano dall’essere immutabile, afferra la trama dell’istante e lo consegna all’infinito…rotola tra le dita la fragilità del mondo e restituisce al vento il suo lungo lamento. Il soffio del vento è la sua orchestra, la sabbia il suo pulpito…e le sue note i nostri passi, a volte pesanti , a volte effimeri…orme che segnano senza tregua il nostro smarrimento nel caos che sempre si ricompone…