L’autostima, l’autostima, sempre l’autostima, non se ne può piu di questa maledetta autostima, diceva mio marito (ex) Jacopo. Gli dava sui nervi la parola, quella velleità psico-scientifica. Ma voi (io e le mie amiche), voi lo direste che Giovanna d’Arco si autostimava? E Giuditta, mentre tagliava la testa di quello là? E Lucrezia Borgia mentre faceva fuori i suoi amanti? c’era una parola che definiva benissimo la cosa: orgoglio. La storia era piena di donne orgogliose, Cleopatra, Caterina di Russia, matrone romane, poetesse, che ne so. Pieno. Autostima era una parola da poveracce, da casalinghe: autopulente, autofriggente, autosmacchiante…

[..] Ciò non toglie che io abbia deciso il divorzio per autostima, Cleopatra o non Cleopatra. Orgoglio sembra una parola troppo forte, per me, per noi, di questi tempi.

"donne informate sui fatti" di Carlo Fruttero.

Non amo particolarmente il romanzo giallo  ma il libro m’incuriosiva e non mi pento di averlo acquistato. Originale la scrittura, la costruzione della storia che si dipana  attraverso la "voce" di 8 donne, la bidella, la barista, la carabiniera, la figlia, la migliore amica, la giornalista, la volontaria e la vecchia contessa…tutte "informate" sui fatti

Non siamo piu capaci di orgoglio? .  L’orgoglio viene spesso visto come qualcosa di negativo, affiancato spesso alla testardaggine fine a se stessa, oppure alla superbia. Invece no. L’orgoglio è un sentimento che và anche coltivato quando ci rende determinati,  quand’è capacità di riconoscere i propri meriti o quelli delle persone che amiamo, quando ti incita a reagire oppure quando "t’invita" a lasciar correre…l’orgoglio è l’arma usata per impedire di farci mettere i piedi in testa. Da qui all’autostima il passo è breve, forse. Un cerchio che si chiude se non fosse che l’orgoglio, se assunto in quantità eccessive, può accecare, far smarrire la rotta…