• da La Stampa.it di Giancarlo Dotto
Una volta malvagi, carogne e aguzzini erano più decifrabili, li incontravi solo in luoghi estremi, nei locali sadomaso e nei libri di Gilles de Rais, in certi lager e in certi salotti, nelle sette sataniste e nei centri di riabilitazione, nei carceri e nelle caserme. Dovevi incappare in Girolimoni o in Mamma Ebe, l’antesignana di Wanna Marchi. Le cronache di questi tempi dimostrano che i lager e le gogne sono ovunque e dove meno te lo aspetti. E non parlo solo delle sale bingo o di Palazzo Madama. Cose turpi accadono tutti i giorni all’insegna di «Odia il prossimo tuo almeno quanto odi te stesso». Prendiamo la scuola. Il tempio dell’istruzione e della formazione. Dalle cronache degli ultimi giorni, maestre alla Dario Argento che trapuntano a colpi di forbice la lingua di scolaretti turbolenti o li costringono a leccare la loro pipì sul pavimento. Insegnanti che fanno sesso con gli allievi e viceversa. L’ultima, da Bari, il preside di una scuola preso a calci e pugni dai genitori per un pagella non condivisa. Per non dire dei pusher. Li trovi che trafficano all’uscita ma sempre più spesso dentro le scuole. Ex allievi, bidelli, in qualche caso gli insegnanti stessi.
Se esci illeso dalla scuola, c’è sempre la famiglia, il sacro bunker degli affetti. L’ultima è la mamma di Agrigento che ha accoltellato il figlio alla gola.
Da Cogne in poi restare solo con la propria genitrice è una vicenda aperta a tutte le soluzioni. Dopo Novi Ligure, i genitori scrutano con malcelata inquietudine i loro figli tutte le volte, sempre di meno, che gli capita di porre un veto alle loro smanie. Non va meglio tra le coppie. L’uomo di Ferrara, impiegato di una pompa funebre, è inciampato per le scale trascinando il cadavere della moglie da lui appena estinta. Secondo gli ultimi dati Istat i responsabili di violenze, stupri sono sempre più i partner, i conviventi o gli ex. Si parla ormai di «stress da condominio» come di una nuova patologia. Il vicino di casa come minaccia. Bene che ti va ti bruciano il gatto, se non è l’agguato a colpi di mazza. Nella hit dei nuovi sadici contemporanei, si affacciano i tassisti, non tutti. T’infili nel loro abitacolo dopo la lunga attesa e hai subito la sensazione d’essere finito nella tana di un nemico. Un sottile disagio. L’aria condizionata a tutta birra, la musica a palla, Pappalardo o il tifoso di una radio locale. Se la destinazione che hai appena timidamente suggerito non gli garba ti rispondono con un grugnito o un silenzio ostile. Lo stesso che replicano alla fine se la mancia non supera i 50 centesimi. Sadici in salsa cafona affollano i vagoni di prima classe. Suonerie dei cellulari da fantasia perversa ti arrivano sulla pelle come le scudisciate di Samantha, celebre mistress di Torino e dintorni. Seguono conversazioni disinibite a vantaggio di tutti. Malori, rivolte e crisi di panico si sprecano negli aeroporti, tra voli cancellati e ritardati. Decidi di andare a piedi e ti ritrovi dentro un videogame acceso. Scooteroni giganti come vasche da bagno arrivano dal nulla e ti puntano addosso con la precisa intenzione di abbatterti per la sola ragione che rappresenti un’interferenza tra loro e il record di percorrenza tra un incrocio e l’altro. Considerato che in ufficio rischi il mobbing e negli stadi le botte, non senza esserti prima appiattito per passare il tornello, che al cinema ti molestano con le buste di pop corn, la tosse canina e la risata asinina, che le vacanze stremano, diventa quasi un espediente ricoverarsi in ospedale. Dove puoi restarci una settimana o per sempre. Dipende dal farmaco che ti somministrano.
12 commenti
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6 marzo 2007 a 16:32
BlackBlonde
eheheheh ineccepibile.
Personalmente preferisco i mostri mostri, quelli coi canini aguzzi o che ululano con la luna, i mostri peggiori sono quelli coperti dal velo della normalità…una volta si diceva “ragazza della porta accanto” per individuare uno stereotipo di normalità , oggi si potrebbe dire “il mostro della porta accanto”, che di volta in volta è il vicino di casa o l’amico di famiglia, addirittura un’insegnante anzichè un genitore.
La parola normale, oggi dovrebbe far davvero paura.
Black♠
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6 marzo 2007 a 19:37
Lillin
Posso dissentire? C’è anche altro. Solo che non trova spazio sui mass media.
SOle…tu che ne pensi?
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6 marzo 2007 a 19:54
Pachucha
Certo che ne succedono di cose strane..di questo punto chissa dove finiremo.
Grazie per l’incoraggiamento.
Un abbraccio.
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6 marzo 2007 a 22:09
bySoleLuna
@ Certo che c’è dell’altro Lillin! 🙂 … Il giornalista credo voglia mettere l’accento sul malessere che attraversa la nostra società e tutti noi…tutti noi che ascoltiamo certe notizie, anzi ne siamo bombardati quando si tratta di notizie che toccano corde profonde e alle quali non sappiamo dare risposte( leggi madri che si scagliano contro i figli), noi che ci rendiamo conto giorno dopo giorno del degrado che ci circonda, noi che non sappiamo darci una “regolata” mettendo al riparo la nostra serenità (leggi la parte che riguardo il traffico), noi che abbiamo paura solo al pensiero di finire nell’ospedale sbagliato, ecc…quello che non arriva ai mass media potrebbe però assotigliarsi sempre di piu, ed è questo che deve farci riflettere e agire. Non sò quanto sia sano ancora il nostro tessuto sociale, ma sò per certo che ci sono segnali che non vanno sottovalutati.
@ Black, ti capisco….quei mostri paradossalmente sembrano essere ormai quelli che riusciamo ad affrontare con piu facilità :/… e la nostra normalità sembra diventare sempre piu preziosa :O…
@ Di nulla Pachucha ! 🙂 Grazie a te per la tua presenza. Un abbraccio.
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7 marzo 2007 a 11:49
Lillin
Si, è un malessere che si alimenta con la paura di ciò che non si conosce…cioè quasi tutto. Ci siamo aggrappati alle cose, alle immagini, all’apparire nel vano tentativo di riempire dei vuoti enormi…ora di quel vuoto serpeggia con terrore la consapevolezza.
Ma questo articolo alimenta ancora quella paura, non da speranza, alternative. E questo a me pare altrettanto grave quanto ciò che mirabilmente vi è descritto.
Ricordo ad un seminario Patch Adams che raccontava di come, dopo il crollo delle torri gemelle, avesse chiesto uno spazio anche a pagamento alla CNN per trasmettere un mesasggio di speranza, un accenno di tutto quello che di bello comunque accadeva, sostenendo che il bombardamento di tutte quelle (vere!) notizie negative avrebbe destabilizzato il mondo, facendo cadere nella paura e nella convinzione che non vi erano alternative alla guerra, alla diffidenza, alla difesa…anche verso il proprio vicino di spalla.
Ora…forse il suo è davvero un sogno impossibile, ma ne condivido il pensiero. Che non è chiudere gli occhi alla realtà, ma tentare di vederla nel suo complesso.
Sole…scusa il pistolotto!! Ogni tanto mi sfuggono le dita ;-D
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7 marzo 2007 a 12:53
BlackBlonde
…chiamalo pistolotto..io lo chiamo “sana ricerca del confronto”…
..fossero tutti così i commenti…
mi sfilo…troppe belle donne, mi confondono le idee.
Black♠
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7 marzo 2007 a 13:20
bySoleLuna
:)))) … sono d’accordo con Black.
Sai a cosa pensavo Lillin mentre lo leggevo? Che continuare anche solo a dire e pensare “noi dobbiamo fare qualcosa” non serve a nulla…nemmeno l’angoscia o l’allarme fine a se stesso…il pensiero che poi deve tramutarsi in azione è “io devo e posso fare”… parlo ovviamente dell’impegno e della responsabilità che ognuno di noi ha verso questo mondo … ci sentiamo spesso impotenti oppure pensiamo di non poter fare molto e deleghiamo al potere un cambiamento, mentre questo si realizza attraverso ogni singolo individuo che non è isolato! e tantomeno deve dare prova di eroismo… un sogno è irrealizzabile quando lo si considera impossibile da realizzare o quando si crede che le piccole cose abbiano poca importanza e non portino a nulla.
Buona giornata! 🙂
p.s: Black, ma dove scappi?! 😉
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7 marzo 2007 a 16:59
BlackBlonde
…sammy sono troppo sensibile alla bellezza femminile…mi confonde le idee…
Ps
dire “dobbiamo fare qualcosa” è un inizio…fare qualcosa sarebbe mostrarsi coerenti con sè stessi…cosa fare…bhe…domanda di riserva?
😉
Black♠
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7 marzo 2007 a 18:08
bySoleLuna
L’ambiente Black, iniziamo da lì ?…e intendo l’ambiente che circonda ognuno di noi, lavoro e colleghi, famiglia e amici…attenzione, ascolto,comprensione, educazione… sembra facile! :O…
p.s: su riprenditi! ;))))
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7 marzo 2007 a 19:19
Pachucha
E’ vero, quando leggiamo ci affezzionamo ai personaggi del libro e vorremo che la loro storia non finisse mai..ma inevitabilmente, l’autore, prima o poi, deve scrivere la parola FINE. 🙂
Un abbraccio.
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7 marzo 2007 a 20:48
Lillin
Il pensiero deve tramutarsi in azione….è così.
Infatti ora spiaccico una vaschetta di nutella sul muso dei vigili che continuano a metter multe quando qui in giro non c’è un parcheggio libero neppure a pagarlo!
scherzoooooooooooooooo
Black…le belle signore si imbarazzano ai complimenti così genuini, andiamoci piano eh… 🙂
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7 marzo 2007 a 21:43
bySoleLuna
@ Evvai di nutella! Lo dico sempre io, un pò di dolcezza non guasta ;O …
@ Ma che forza questa gif Pachucha! :)))
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