E’ davvero “sorprendente” e per quanto mi sforzi non trovo un aggettivo migliore, e soprattutto mi chiedo se abbia un senso, perché se davvero non esiste il caso, la coincidenza, se non come limiti che poniamo con la nostra mente razionale, quale “fantasia” potrebbe avvicinarsi di più alla verità? Una domenica pomeriggio in città, in una galleria già affollata di gente, poso lo sguardo su di lui, un tipo quasi anonimo, insignificante visto da quella distanza …uno sguardo dapprima distratto…ma c’è qualcosa in lui…e’ come il ronzio molesto di un insetto che tento di cacciare via nel buio… Mi passa vicino…una, due volte, si ferma a leggere… lo guardo con maggiore attenzione, cercando, annaspando, scavando dentro ai miei ricordi…  il suo viso così familiare è come un sassolino lanciato in uno specchio d’acqua che langue sotto una calura opprimente…ma poi che m’importa? Perché insisto?  Perché "devo" ricordare? Lui non mi fissa, è evidente che non mi conosce e non mi ha notata …eppure sarei pronta a scommettere che lo conosco "bene"…  vengo distratta da una ragazza che si avvicina per salutare la mia amica…mi guarda con un sorriso che si fa’ sempre più aperto quando infine mi chiede se non la riconosco…accidenti, andiamo bene oggi! Sono passati due anni e mezzo circa, lo dice lei e la cosa mi fa’ quasi trasalire… ci vedevamo spesso anche se per pochissimi minuti e in modo quasi formale quando salivo nell’ufficio in cui lavorava, poi da un giorno all’altro è sparita…un’assenza notata e dimenticata nel volgere di pochi giorni… troppo presa a correre, assuefatta al via va’ che si amalgama al paesaggio ad una tale velocità da apparire quasi immutabile…ma sono contenta di rivederla, non so perché ma è un piacere genuino, è in gran forma e sembra felice. Sarà questo, sarà che finalmente comincio ad armonizzarmi con l’ambiente, sarà che la mia attenzione si è allentata, ed ecco che si alza il vento… il ronzio è definitivamente ridotto all’impotenza…nel cielo lattiginoso si apre uno squarcio…e lo rivedo seduto su quell’aereo … settembre, Reggio Calabria, destinazione Milano…una tappa intermedia del mio ritorno a casa…

“ Certo che devi averlo osservato a lungo”…già…lo osservavo e spiccava in quello spazio ristretto…l’azzurro incredibile degli occhi che scopro con un sussulto dietro alle lenti….le mani che gesticolano con una grazia quasi femminile mentre parla con il suo vicino… così, così ”perfettino”…. persino il colore della sua abbronzatura è impeccabile……nessuna nota stonata, una piega fuori posto, un colore improponibile, tutto è in ordine… una di quelle persone che trasudano una tranquilla sicurezza…due ore…due ore nelle quali un estraneo occupa totalmente il mio campo visivo, inconsapevole di essere la diga che tiene a bada la nostalgia…

Lo cerco in mezzo alla folla alla ricerca di una piena conferma ora che la memoria è tornata ad essere mia alleata … aggancio il suo sguardo…sento che è lui! Qui, a distanza di mesi e di chilometri?!… i dubbi intorpidiscono l’acqua..la razionalità con i suoi "ma" e i "se" mi spinge in avanti…basta una domanda in fondo…solo una…