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Edimburgo e le sue ripide strade subiscono una metamorfosi. Una dopo l’altra le fontane si trasformano in composizioni di ghiaccio. Il vecchio fiume , in genere molto serio nel suo ruolo di fiume, si è mascherato da lago di zucchero a velo che si estende fino al mare. La brina produce meraviglie ricoprendo di paillette il corpo dei gatti. Gli alberi somigliano a grandi fate in camicia da notte, che distendono le braccia, sbadigliano alla luna e guardano le carrozze slittare su una pista di pattinaggio lastricata. E’ talmente freddo che gli uccelli congelano in volo prima di schiantarsi al suolo. Cadendo fanno un rumore incredibilmente dolce per essere un rumore di morte.
E’ il giorno più freddo del mondo. Proprio oggi mi accingo a nascere.
Nella letteratura classica russa, le lettere di solito venivano bruciate nel fuoco del cammino nelle sere d’inverno. Non nelle mattine d’estate versandoci sopra dell’olio per insalata. Ma in questo nostro brutto mondo realistico, succede di bruciarle in un mattino d’agosto, fradici di sudore. C’erano cose per le quali non si poteva andare tanto per il sottile al mondo. Cose che non potevano aspettare fino all’inverno.
Pensavo : oh sì, zia Habìba, anch’io sarò una maga.
Mi lascerò alle spalle questa vita stretta e codificata
che mi aspetta negli angusti vicoli della Medina
e contemplerò i sogni.
Scivolerò oltre l’adolescenza, tenendomi la fuga stretta al petto,
come le giovani europee stringono i loro partner nella danza.
Le voglio tenere care le parole
e coltivarle per illuminare
le notti scure, e per demolire
le mura e i cancelli degli gnomi.
Mi sembra tutto facile, a guardarvi,
zia Habìba, Shàma, sparire e comparire
tra le tende del fragile teatro,
fragili voi, nel cuore della notte, sulla terrazza lontana,
eppure così piene della vita, nutrici e custodi di meraviglie.
Diventerò una maga.
cesellerò parole
che danno corpo ai sogni,
e renderanno vane le frontiere.
Se un giorno ti ammalerai di parole, come a tutti noi succede, e sarai stanca di sentirle, di dirle. Se qualsiasi parola sceglierai ti sembrerà sprecata, senza luce, sminuita. Se avrai la nausea quando senti “orribile” o “fantastico” per qualsiasi fatto, non ti curerai, ovviamente, con una zuppa di lettere. Farai quanto segue: cuocerai al dente un piatto di spaghetti che condirai con il sugo più semplice , aglio olio e peperoncino. Sulla pasta già rimescolata con l’intingolo suddetto, grattugerai uno strato di parmigiano. Al lato destro del piatto fondo colmo di spaghetti conditi come ti ho detto, metterai un libro aperto .Di fronte, un bicchiere colmo di vino rosso secco. Al lato sinistro, metterai un libro aperto. Qualsiasi altra compagnia non è consigliabile. Sfoglierai a caso, le pagine dell’uno e dell’altro, ma entrambi devono essere di poesia. Solo i buoni poeti ci curano dalla saturazione di parole. Solo il cibo semplice ed essenziale ci cura dai peccati di gola.
Trattato di culinaria per donne tristi
di Hèctor Abad Faciolince