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Cosa vuoi che è,
non voglio che
ti senti
a disagio,
se vuoi che te lo lo prendo io
non ci sarebbe problemi,
basta che tu
non mi dici sempre
questa cosa
arcana
del
congiuntivo.
C’ è un regno tutto tuo
che abito la notte
e le donne che stanno lì con te
… son tante, amica mia,
sono enigmi di dolore
che noi uomini non scioglieremo mai.
Come bruciano le lacrime
come sembrano infinite
nessuno vede le ferite
che portate dentro voi.
Nella pioggia di Dio
qualche volta si annega
ma si puliscono i ricordi
prima che sia troppo tardi.
Guarda il sole quando scende
ed accende d’oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole.
E se passa il temporale
siete giunchi ed il vento vi piega
ancor più forti voi delle querce e poi
anche il male non può farvi del male.
Una stampella d’oro
per arrivare al cielo
le donne inseguono l’amore.
Qualche volta, amica mia,
ti sembra quasi di volare
ma gli uomini non sono angeli.
Voi piangete al loro posto
per questo vi hanno scelto
e nascondete il volto
perché il dolore splende.
Un mistero che mai
riusciremo a capire
se nella vita ci si perde
non finirà la musica.
Guarda il sole quando scende
ed accende d’oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole
dopo il buio ancora il sole.
E se passa il temporale
siete prime a ritrovare la voce
sempre regine voi
luce e inferno e poi
anche il male non può farvi del male.
Alda Merini
Pensavo : oh sì, zia Habìba, anch’io sarò una maga.
Mi lascerò alle spalle questa vita stretta e codificata
che mi aspetta negli angusti vicoli della Medina
e contemplerò i sogni.
Scivolerò oltre l’adolescenza, tenendomi la fuga stretta al petto,
come le giovani europee stringono i loro partner nella danza.
Le voglio tenere care le parole
e coltivarle per illuminare
le notti scure, e per demolire
le mura e i cancelli degli gnomi.
Mi sembra tutto facile, a guardarvi,
zia Habìba, Shàma, sparire e comparire
tra le tende del fragile teatro,
fragili voi, nel cuore della notte, sulla terrazza lontana,
eppure così piene della vita, nutrici e custodi di meraviglie.
Diventerò una maga.
cesellerò parole
che danno corpo ai sogni,
e renderanno vane le frontiere.
Confusa da sogni che scappano via
Lasciando nelle mente tracce di affanno
Vuotata di ogni sospiro
Aspirando solo all’oblio del sonno
Mi sorprende la paura
Quando l’oscurità mi sorride
E scaccia via la mia insonnia
Offrendomi lo spazio per respirare
olio su tela di Matteo BaldrighiUna mano tesa al cielo
A disegnare la danza
Di un uccello volubile e solitario.
Non lascia traccia nel suo percorso,
Discreto, come vorrei il tempo passato.
Poche gocce sull’orlo delle ciglia,
Futili gesti, parole prigioniere di emozioni,
Piccoli tormenti divenuti
Cammei appuntati sul petto.
Paura, attesa, incertezza,
Nostalgia, gioia e solitudine.
Poi delicatamente la mano cade e
con lei la memoria di giorni felici.
Improvvisamente il cuore sussulta,
Difficile dire Addio.
l'età
è il nostro viaggio.
Svegliatevi parole
Svegliatevi!
Mettetevi sul piede di guerra
Per meglio saltare fuori dalla finestra di cupi pensieri
Con le lacrime agli occhi
Saltate in alto
Saltate molto in alto
Saltate e cantate
Saltate e danzate
Saltate e solcate il cielo
Come l’arcobaleno
Trillate e vibrate
Come un clavicembalo
Saltate di gioia, parole assopite
E componete la vostra melodia.
Chiudi le porte
Accosta le finestre
L’inverno è sulla soglia di casa
Lascialo fuori
Non aprire
Lo sai
È la rivincita della dama bianca
Lasciala soffiare
Lasciala turbinare
La dama bianca sembra bella
Cosi soffice e delicata
Eppure è cosi furiosa
Sotto il suo mantello
puoi riposare
o morire
chiudi la porta
accosta la finestra
e prega per te, prega per lei
per lasciare fuori il gelo
per allontanare la paura
ma se lei dovesse entrare
sappi che vorrà sapere
Una domanda, una risposta
Non importa quali parole
La dama bianca sopravvive
E sempre torna
Accadrà ciò che deve essere.
Esploro l’indefinibile
Dubbi e promesse sono sentieri
Che si dissolvono all’orizzonte Mettero’ nella tua borsa un po’ di mare
un po’ d’infanzia sulle mie ciglia
e nelle nostre mani un disegno incerto
Non mancherà il sale
le conchiglie per ascoltare i sogni esitare
e una nuvola da intrecciare nei capelli
Ci saranno le stelle
forse un po’ ingombranti
E un romanzo senza titolo
con la trama color terra del fuoco
Potrai maledire i miei silenzi
dirmi quello non so’ dirti
si può fuggire dal paradiso
senza commettere peccato
Non ci saranno occhi di bambini
dove cercare le tue illusioni smarrite
ma solo l’eco di scommesse passate
perse nelle grida di un gabbiano
Che traccia quella del domani
E ringrazio il cielo
Esploro l’indefinibile
Dubbi e promesse sono sentieri
Che si dissolvono all’orizzonte Mettero’ nella tua borsa un po’ di mare
un po’ d’infanzia sulle mie ciglia
e nelle nostre mani un disegno incerto
Non mancherà il sale
le conchiglie per ascoltare i sogni esitare
e una nuvola da intrecciare nei capelli
Ci saranno le stelle
forse un po’ ingombranti
E un romanzo senza titolo
con la trama color terra del fuoco
Potrai maledire i miei silenzi
dirmi quello non so’ dirti
si può fuggire dal paradiso
senza commettere peccato
Non ci saranno occhi di bambini
dove cercare le tue illusioni smarrite
ma solo l’eco di scommesse passate
perse nelle grida di un gabbiano
Che traccia quella del domani
E ringrazio il cielo