Sabbie mobili affogano i nostri giorni
Infrangibili erano i nostri occhi
Incredibile come ci siamo persi
Nel disordine non siamon più gli stessi
E non si può sopravvivere per restare fermi
E non si può neanche fingere come fanno gli altri
C’era pioggia e un cielo inglese
Camminavi ed io sospesa
Come dentro un quadro di Chagall
Ora cambiano le strade
Gli indirizzi e le fermate
Le canzoni i libri e l’anima
Parlerò con te nelle mie notti insonni
E risponderò senza le tue domande
Se questo amore è indelebile
Può ricostruirci
Se questo amore è colpevole
Non so cosa dirti…
C’era pioggia e un cielo inglese
Camminavi ed io sospesa
Come dentro un quadro di Chagall
Ora cambiano le strade
Gli indirizzi e le fermate
Le canzoni i libri e l’anima
Mi mancherà la normalità e anche i tuoi silenzi
Che poi alla fine lo sai anche tu
Siamo sangue e sogni
C’era pioggia e un cielo inglese
Camminavi ed io sospesa
Come dentro un quadro di Chagall

“CIELO INGLESE DI RENZA CASTELLI”

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“Marc Chagall, Sulla città”

Vorrei mi sorprendesse la pioggia
l’estate si trascina come un vecchio caparbio.

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Cosa vuoi che è,

non voglio che

ti senti

a disagio,

se vuoi che te lo lo prendo io

non ci sarebbe problemi,

basta che tu

non mi dici sempre

questa cosa

arcana

del

congiuntivo.

da “Tutte le proesie” di Federico Maria Sardelli

Edimburgo e le sue ripide strade subiscono una metamorfosi. Una dopo l’altra le fontane si trasformano in composizioni di ghiaccio. Il vecchio fiume , in genere molto serio nel suo ruolo di fiume, si è mascherato da lago di zucchero a velo che si estende fino al mare. La brina produce meraviglie ricoprendo di paillette il corpo dei gatti. Gli alberi somigliano a grandi fate in camicia da notte, che distendono le braccia, sbadigliano alla luna e guardano le carrozze slittare su una pista di pattinaggio lastricata. E’ talmente freddo che gli uccelli congelano in volo prima di schiantarsi al suolo. Cadendo fanno un rumore incredibilmente dolce per essere un rumore di morte.

E’ il giorno più freddo del mondo. Proprio oggi mi accingo a nascere.

Amo il freddo luminoso e sorprendente di alcune giornate di autunno. Il vento vuole entrare  nelle mie stanze per giocare ma la casa ha un’ aria cosi severa questa mattina che lo lascia fuori a piangere nel giardino… tutte le voci dell’estate sono oramai silenziose!Tutto è schivo, tutto trema, e tutti forse hanno paura. Le foglie nel vento corrono come impazzite, vorrebbero andare dove gli uccelli volano ma il vento lei prende e sbarra loro la via; Esse andranno a morire sugli stagni di domani. Il silenzio è leggero quando il vento passa attraverso l’aria come un suonatore di flauto, sembra mormorarmi parole gentili, eppure…

Richard Weber

Nella letteratura classica russa, le lettere di solito venivano bruciate nel fuoco del cammino nelle sere d’inverno. Non nelle mattine d’estate versandoci sopra dell’olio per insalata. Ma in questo nostro brutto mondo realistico, succede di bruciarle in un mattino d’agosto, fradici di sudore. C’erano cose per le quali non si poteva andare tanto per il sottile al mondo. Cose che non potevano aspettare fino all’inverno.

L'insostenibile leggerezza della muccaUltimo acquisto … non ho saputo resistere! 😀

C’ è un regno tutto tuo
che abito la notte
e le donne che stanno lì con te
… son tante, amica mia,
sono enigmi di dolore
che noi uomini non scioglieremo mai.
Come bruciano le lacrime
come sembrano infinite
nessuno vede le ferite
che portate dentro voi.
Nella pioggia di Dio
qualche volta si annega
ma si puliscono i ricordi
prima che sia troppo tardi.

Guarda il sole quando scende
ed accende d’oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole.
E se passa il temporale
siete giunchi ed il vento vi piega
ancor più forti voi delle querce e poi
anche il male non può farvi del male.

Una stampella d’oro
per arrivare al cielo
le donne inseguono l’amore.
Qualche volta, amica mia,
ti sembra quasi di volare
ma gli uomini non sono angeli.
Voi piangete al loro posto
per questo vi hanno scelto
e nascondete il volto
perché il dolore splende.
Un mistero che mai
riusciremo a capire
se nella vita ci si perde
non finirà la musica.

Guarda il sole quando scende
ed accende d’oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole
dopo il buio ancora il sole.
E se passa il temporale
siete prime a ritrovare la voce
sempre regine voi
luce e inferno e poi
anche il male non può farvi del male.
Alda Merini

L’ho saputo davvero per caso. Il che la dice tutta.
Me ne stavo amenamente trastullando con un amico di lunga data, un giornalista neo-zelandese, con il quale ci incontriamo in un sito, chesscube.com, dove ci sfidiamo in un nostro personale duello a scacchi mentre chattiamo scambiandoci informazioni sull’Europa e su quello che accade nel continente australe e nel sud-est asiatico, di cui lui è un attendibile esperto.
A un certo punto, mi fa:
“E che ha detto Bruxelles della bomba di Amnesty International?”
“Quale?”
“Quella di tre giorni fa che gli ha ammollato il filosofo francese in piena riunione sul budget dell’Unione Europea”.
(sconcertato dalla mia ignoranza dei fatti, nonché  fortemente incuriosito, chiedo ragguagli in merito)
“Ma sì, quella dei rapinatori delle banche”
“Quali banche? Dove?”
“Nel nord della Grecia”
“Chi?”
“Gli anarchici, i ragazzi arrestati e poi torturati dalla polizia”.

A questo punto mi arrendo e confesso di non sapere di che cosa stia parlando.

E così, vengo a sapere da un neo-zelandese che abita in quel di Auckland, a 22.500 chilometri di distanza, 12 ore di fuso orario prima di noi, dall’altra parte del mondo, nel continente più lontano (in tutti i sensi) dalla nostra vecchia e cara Europa, che cosa sta accadendo a 1.000 chilometri da Roma, nel territorio che è stata la culla originaria della nostra civiltà.

E tutto grazie ad Amnesty International.

Faccio delle telefonate e mi butto in rete a caccia di notizie. In Italia, nulla. In giro per l’Europa, anche.

Notizie strabilianti in Sudamerica, in Canada, in California e sembra dovunque tra i bloggers scandinavi e nord settentrionali che scrivono nelle loro lingue.

Descrivono e raccontano qualcosa che sta accadendo in questi giorni di cui a nessuno è stata detta neppure una parola, né a Roma, né a Berlino, né a Parigi né a Londra.

Tantomeno a Madrid.

Parlano della Grecia.

Ma in termini nuovi.

Nel senso che riferiscono di una società ormai collassata, al limite della guerra civile, ormai precipitata nel baratro, sulla cui attuale realtà è stato steso un osceno velo di totale censura per impedire che le notizie vengano usate in campagna elettorale in Italia e diffuse in Spagna dove sta esplodendo la tangentopoli iberica delle banche corrotte e Rajoy ha già fatto sapere a Bruxelles che là a Madrid si corre il rischio di veder la situazione sfuggire al controllo.

La Grecia è crollata, definitivamente, sotto il peso dei debiti contratti con la BCE.

Stanno assaltando i supermercati. Ma non si tratta di banditi armati. Si tratta di gente inviperita e affamata, che non impugna neanche una pistola, con la complicità dei commessi che dicono loro “prendete quello che volete, noi facciamo finta di niente”. Si tratta della rivolta di 150 imprenditori agricoli, produttori di agrumi, che si sono rfiutati categoricamente di distruggere tonnellate di arance e limoni per calmierare i prezzi, come richiesto dall’Unione Europea. Hanno preso la frutta, l’hanno caricata sui camion e sono andati nelle piazze della città con il megafono, regalandola alla gente, raccontando come stanno le cose.

Si tratta di 200 produttori agricoli, ex proprietari di caseifici, che da padroni della propria azienda sono diventati impiegati della multinazionale bavarese Muller che si è appropriata delle loro aziende indebitate, acquistandole per pochi euro sorretta dal credito agevolato bancario,quelli  hanno preso i loro prodotti della settimana, circa 40.000 vasetti di yogurt (l’eccellenza del made in Greece, il più buon yogurt del mondo da sempre) li hanno caricati sui camion e invece di portarli al Pireo per imbarcarli verso il mercato continentale della grande distribuzione, li hanno regalati alla popolazione andandoli a distribuire davanti alle scuole e agli ospedali

Si tratta anche di due movimenti anarchici locali, che si sono organizzati e sono passati alle vie di fatto: basta cortei e proteste, si va a rapinare le banche: nelle ultime cinque settimane le rapine sono aumentate del 600% rispetto a un anno fa. Rubano ciò che possono e poi lo dividono con la gente che va a fare la spesa. La polizia è riuscita ad arrestarne quattro, rei confessi, ma una volta in cella li hanno massacrati di botte senza consentire loro di farsi rappresentare dai legali. Lo si è saputo perché c’è stata la confessione del poliziotto scrivano addetto alla mansione di ritoccare con il Photoshop le fotografie dei quattro arrestati, due dei quali ricoverati in ospedale con gravi lesioni.

E così, è piombata la sezione europea di Amnesty International, con i loro bravi ispettori svedesi, olandesi e tedeschi, che hanno realizzato una inchiesta, raccolto documentazione e hanno denunciato ufficialmente la polizia locale, il ministero degli interni greco e l’intero governo alla commissione diritti e giustizia dell’Unione Europea a Bruxelles, chiedendo l’immediato intervento dell’intera comunità continentale per intervenire subito ed evitare che la situazione peggiori.

Siamo venuti così a sapere che il più importante economista tedesco, il prof. Hans Werner Sinn, (consigliere personale di Frau Angela Merkel) sorretto da altri 50 economisti, avvalendosi addirittura dell’appoggio di un rappresentante doc del sistema bancario europeo, Sir Moorald Choudry (il vice-presidente della Royal Bank of Sctoland, la quarta banca al mondo) hanno presentato un rapporto urgente sia al Consiglio d’Europa che alla presidenza della BCE che all’ufficio centrale della commissione bilancio e tesoro dell’Unione Europea, sostenendo che “la Grecia deve uscire, subito, temporaneamente dall’euro, svalutando la loro moneta del 20/ 30%, pena la definitiva distruzione dell’economia, arrivata a un tale punto di degrado da poter essere considerata come “tragedia umanitaria” e quindi cominciare anche a ventilare l’ipotesi di chiedere l’intervento dell’Onu”.

Silenzio assoluto.

Nessuna risposta.

Censura totale.

Nessun candidato alle elezioni in Italia ha fatto menzione della situazione greca attuale.

http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=79d19a9846880762 (qui trovate il resto dell’articolo….è lungo, ma vale la pena leggerlo!)

Una mia piccola impronta in libreria

Un'opera del "Web Writers Group's - Libera associazione di scrittura solidale" che devolve l'intero ricavato della vendita di questo libro, per le finalità benefiche ed assistenziali della LAIF di Roma. Scritto da 34 bloggers di 23 città d'Italia con 60 opere tra poesie e racconti per un totale di 171 pagine sul tema dell'infanzia. Introduzione di Maurizio Mannoni. Il libro è acquistabile in rete presso sito dell'editore, cliccando sull'immagine della copertina.
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Lo scritto non arrossisce.

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